Il drone medico, l’angelo volante, l’angelo medico, il trasportatore d’urgenza alla moda!
Sono tanti i nomi che sono stati individuati per “il drone medico”.
L’uso dei SAPR rientra tra i primi progetti di trasporto del sangue.
Ma vediamo bene, cosa si intende per drone medico nel dettaglio, di cosa si tratta e quali sono state le prime sensazioni del popolo del web.
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Questa foto rappresenta uno dei trasporti, di prova effettuati nell’ultimo periodo.
A dirla tutta, la maggior parte della gente, al mondo d’oggi è abituata a considerare gli APR degli strumenti di morte!
Nel senso che potrebbero (qualcuno lo fa!) essere impiegati per colpire nemici a distanza senza rischiare la
propria vita o dei propri soldati.
Molti altri, considerano i droni come dei giocattoli o ancora strumenti di pregio utili alle riprese cinematografiche.
Tale aspetto è spesso associati al taglio dei costi.
In realtà le applicazioni sono infinite, per non parlare dei contesti di impiego.
L’ultimo grido è il trasporto del sangue, che potrebbe garantire spostamenti di plasma, in maniera celere, sicura, e soprattutto a basso costo.
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I droni tramite obiettivi di sostenibilità dell’ONU stanno trovando impiego anche nell’ambito di territori remoti e difficili come l’Africa.
Qui le vie di comunicazione sono ancora ben lontane dalla realtà sviluppata.
Quello che sto trattando oggi è l’impiego, sperimentale dei droni nelle attività sanitarie.
Fino ad oggi abbiamo avuto esempi di trasporto di sacche di sangue, defibrillatori, vaccini e insulina.
Questi aspetti sono inquadrati nell’ambito di programmi regolari e strutturati.
Inoltre, sempre nelle zone rurali, gli stessi sono stati usati per il controllo della flora e della fauna.
Negli USA e in Europa queste metodologie sono in via di sviluppo e valutazione in quanto si deve decidere ancora come regolare lo spazio aereo.
Invece, le ditte che operano nelle comunicazioni in Africa hanno colto subito le opportunità di sviluppo.
Ad esempio, in Rwanda, il trasporto di materiale medico, totale si aggira intorno agli 8000 viaggi.
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Gli studi su questi concetti sono ancora pochi.
Quindi, non siamo ancora in grado, di valutare i vantaggi dell’impiego dei droni, in campo sanitario.
In determinate circostanze i minuti risparmiati dall’intervento automatico rispetto alle ambulanze possono davvero fare la differenza.
In conclusione, bisogna formare anche la popolazione, renderla partecipe della possibilità sempre più reale di questi sistemi a pilotaggio remoto.
Ad esempio, nell’uso di un defibrillatore automatico che venga scaricato in giardino da un velivolo pilotato da remoto.
In altre parti del mondo, invece, in Malesia, degli ingegneri hanno sperimentato degli occhiali per consentire la visualizzazione a distanza.
In tal modo potremmo coinvolgere anche dei medici, da remoto e dare la possibilità ad un “salvatore” di compiere delle azioni sotto la guida di un medico.
Grazie per la cortese attenzione e come sempre vi invito alla condivisione.
Seguitemi sui miei canali social descritti nella pagina “contatti”.
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